ITALIANO
La rocca
La conocchia o rocca veniva usata sin dall’antichità per reggere ciuffi di lana o di altre fibre durante l’operazione di filatura, permettendo al filatore di mantenere libere le mani.
La struttura è costituita da un bastone di legno con una gabbietta nella parte alta, tale da non permettere al bioccolo di lana di scivolare giù per il bastone.
Veniva realizzata aprendo una canna di fiume in sei - otto parti ad una estremità, con l’allargamento e la richiusura di queste sezioni si otteneva una gabbietta di forma affusolata. A volte alla sommità della rocca erano inseriti, in appositi fori passanti, dei rebbi (bastoncini) sui quali la massa di lana da filare era fissata.
L’insieme delle fibre è mantenuto fermo sulla conocchia da un laccio o da un anello che, girando intorno alla massa, la tiene compressa contro la gabbia o i pioli impedendogli di cadere.
La filatura è stata per millenni incombenza femminile.
Con tutte le fasi della lavorazione della lana, della canapa e del lino, dal neolitico alla rivoluzione industriale ha occupato una grossa parte del lavoro domestico.
In età romana, come già nel mondo greco ed etrusco, la filatura della lana, effettuata con rocche di varia tipologia, era una delle attività per eccellenza della domina tanto da essere citata nelle epigrafi funerarie oppure da essere raffigurata sulle tombe, spesso nelle mani della defunta, a indicarne le virtù domestiche.
In alcuni casi rocche e fusi erano anche inseriti nei corredi funerari.
Sulla base dei rinvenimenti archeologici le rocche antiche possono essere divise in tre grandi categorie: quelle da dito, di dimensioni ridotte e dotate di un anello in cui veniva inserito un dito per impugnarle; quelle da mano, più lunghe, che venivano tenute nella mano sinistra; quelle da braccio, di grandi dimensioni, che potevano essere tenute in mano o sotto il braccio o infilate nella cintura.
Si presume che la maggior parte di questi strumenti fosse in legno, difficilmente conservabile, tuttavia sono state rinvenute rocche in ambra, osso, giaietto o avorio. Rocca e fuso insieme erano parte della dote di una sposa, da attrezzi utili diventavano, con decorazioni e intagli, opere d’arte.
La conocchia o rocca veniva usata sin dall’antichità per reggere ciuffi di lana o di altre fibre durante l’operazione di filatura, permettendo al filatore di mantenere libere le mani.
La struttura è costituita da un bastone di legno con una gabbietta nella parte alta, tale da non permettere al bioccolo di lana di scivolare giù per il bastone.
Veniva realizzata aprendo una canna di fiume in sei - otto parti ad una estremità, con l’allargamento e la richiusura di queste sezioni si otteneva una gabbietta di forma affusolata. A volte alla sommità della rocca erano inseriti, in appositi fori passanti, dei rebbi (bastoncini) sui quali la massa di lana da filare era fissata.
L’insieme delle fibre è mantenuto fermo sulla conocchia da un laccio o da un anello che, girando intorno alla massa, la tiene compressa contro la gabbia o i pioli impedendogli di cadere.
La filatura è stata per millenni incombenza femminile.
Con tutte le fasi della lavorazione della lana, della canapa e del lino, dal neolitico alla rivoluzione industriale ha occupato una grossa parte del lavoro domestico.
In età romana, come già nel mondo greco ed etrusco, la filatura della lana, effettuata con rocche di varia tipologia, era una delle attività per eccellenza della domina tanto da essere citata nelle epigrafi funerarie oppure da essere raffigurata sulle tombe, spesso nelle mani della defunta, a indicarne le virtù domestiche.
In alcuni casi rocche e fusi erano anche inseriti nei corredi funerari.
Sulla base dei rinvenimenti archeologici le rocche antiche possono essere divise in tre grandi categorie: quelle da dito, di dimensioni ridotte e dotate di un anello in cui veniva inserito un dito per impugnarle; quelle da mano, più lunghe, che venivano tenute nella mano sinistra; quelle da braccio, di grandi dimensioni, che potevano essere tenute in mano o sotto il braccio o infilate nella cintura.
Si presume che la maggior parte di questi strumenti fosse in legno, difficilmente conservabile, tuttavia sono state rinvenute rocche in ambra, osso, giaietto o avorio. Rocca e fuso insieme erano parte della dote di una sposa, da attrezzi utili diventavano, con decorazioni e intagli, opere d’arte.
Modi di dire
In Lombardia“ciapa la roca e l’fus” sta a significare: prendi tutto quello che serve.
In Lombardia“ciapa la roca e l’fus” sta a significare: prendi tutto quello che serve.
INGLESE
The distaff
Since ancient times, the distaff or rock was used to hold the tufts of wool or other fibres during the spinning operation, allowing the spinner to keep both hands free.
The structure is made up of a stick of wood with a small cage on the upper end, so as not to allow the flock of wool to slide down the stick.
It was formed by opening one end of a reed stick in six to eight parts, the widening and the re-closing of these sections created a small tapering cage. At times, at the top end of the distaff, prongs (small sticks) were inserted in special loopholes on which the wool for spinning was placed.
The mass of fibres is kept firm on the distaff by a ribbon or a ring that wraps around the mass and keeps it tightened up against the cage or the pegs, preventing it from falling.
For thousands of years, spinning was a female activity.
From the Neolithic Age to the Industrial Revolution, the processing of wool, hemp and flax, and all the steps involved, occupied a large part of housework.
In Roman times, as in the Greek and Etruscan periods, the spinning of wool, using a variety of distaffs, was one of the prime activities of the domina (mistress of the household) to the point of being mentioned in the funeral epigraphs as well as depicted on the tombs, often in the hands of the deceased, to indicate her domestic virtues.
In some cases distaffs and spindles were also inserted in the funerary equipment.
Based on archeological discoveries, antique distaffs can be divided into three large categories: those finger held, of smaller dimensions and equipped with a ring, in which was inserted a finger to grasp them; those hand held, which were longer and held in the left hand; those arm held, of large dimensions, that could be either held by hand, under the arm or inserted in the belt.
It’s presumed that for the most part these tools were made of wood and therefore difficult to conserve, nonetheless distaffs have been found in amber, bone, jet stone and ivory. Together, the distaff and spindle were part of a bride’s dowry; with the addition of decorations and carvings, these useful tools became works of art.
Italian forms of expression
In Lombardy “ciapa la roca e l’fus” (“catch the distaff and the spindle”) signifies: take everything that’s needed.